Lo scorso 8 aprile, come è noto, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Def, Documento di economia e finanza 2016: la prima evidenza, per ciò che concerne il settore sanitario, è che scende in prospettiva il rapporto spesa sanitaria/Prodotto interno lordo, che si porterà dal 6.8% di quest’anno al 6.5% del 2019 (-0.1% all’anno), mentre la previsione di spesa cresce nei prossimi anni a un tasso medio dell’1,5% annuo. La spesa sanitaria del 2016 è prevista per 113.376 milioni, con un tasso di crescita dello 0,9%. In particolare, per quanto riguarda la componente farmaceutica, essa sconta i maggiori costi connessi all’immissione sul mercato di farmaci innovativi erogati nel corso dei ricoveri ospedalieri ovvero in regime di distribuzione diretta. Nel triennio 2017-2019, la spesa sanitaria è prevista crescere ad un tasso medio annuo dell’1,5 per cento; nel medesimo arco temporale il Pil nominale cresce in media del 2,8 per cento. Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e Pil decresce e si attesta, alla fine dell’arco temporale considerato, ad un livello pari al 6,5 per cento. La previsione riflette, fra l’altro, il contributo del Servizio sanitario nazionale alla complessiva manovra a carico delle regioni definita dalla Legge di Stabilità 2016, stabilito in 3.500 milioni per il 2017 e 5.000 milioni a decorrere dal 2018, inclusivi della manovra di 1.783 milioni del 2016; un profilo di spesa per i diversi aggregati coerente con la dinamica fatta registrare in media negli ultimi anni; gli interventi di contenimento della spesa sanitaria già programmati a legislazione vigente.
Si legge nel Comunicato stampa del Governo:
“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009. Il DEF si compone di tre sezioni:
– Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
– Sezione II: Analisi e tendenze di finanza pubblica
– Sezione III: Programma Nazionale di Riforma (PNR)
A queste sezioni si aggiungono alcuni allegati.
Il DEF viene trasmesso alle Camere affinché si esprimano sugli obiettivi programmatici e sulle strategie di politica economica in esso contenute. Dopo il passaggio parlamentare, il Programma di Stabilità e il PNR saranno inviati al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.
Nel 2015, dopo tre anni consecutivi di contrazione, l’economia italiana è tornata a crescere (+0,8%) e nel 2016 questa crescita prosegue e si rafforza (+1,2%). L’occupazione cresce, la disoccupazione cala, i conti migliorano, le tasse diminuiscono. Il Governo mantiene una politica rigorosa ma, nello stesso tempo, ha avviato una stagione di misure di sostegno all’economia che permettono finalmente di far ripartire il Paese. Ciò accade anche se, negli ultimi mesi del 2015, il quadro internazionale ha mostrato evidenti segnali di peggioramento, dovuti alla fase di difficoltà dell’Eurozona, al progressivo rallentamento delle economie emergenti e alla minaccia terroristica.
Il DEF 2016, il terzo presentato da questo governo, si inserisce nella strategia perseguita fin dal 2014, che ha come obiettivi prioritari il rilancio della crescita e dell’occupazione. Sono parte integrante di questa strategia il piano di riforme strutturali, misure di stimolo agli investimenti pubblici e privati e il consolidamento della finanza pubblica. Per favorire e accelerare la crescita il governo mette in campo azioni volte alla riduzione della pressione fiscale e all’aumento degli investimenti pubblici.
Dopo l’inversione di tendenza registrata dal prodotto interno lordo nel 2015, anno in cui la crescita è tornata di segno positivo facendo registrare un aumento dello 0,8%, nello scenario programmatico il 2016 vedrà un’ulteriore accelerazione del PIL, previsto aumentare dell’1,2%. La tendenza proseguirà nel 2017 (+ 1,4%) e nel 2018 (+1,5%).
La crescita del PIL, nonostante una congiuntura internazionale non favorevole, sarà trainata dall’aumento degli investimenti pubblici e dall’ulteriore riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese programmato dal governo. Nel 2016 la pressione fiscale è prevista scendere di 0,7 punti percentuali collocandosi al 42,8% del PIL (classificando il “bonus 80€” per gli effetti sul reddito netto dei lavoratori, la pressione fiscale scende al 42,2%). Gli investimenti fissi lordi aumentano del 2,2%.
Proseguirà il processo di consolidamento della finanza pubblica. Nel 2016 l’indebitamento netto della P.A. (deficit) è previsto collocarsi nel quadro programmatico al 2,3% del PIL, in calo rispetto al 2,6% registrato lo scorso anno e al 3,0% del 2014. Il miglioramento continuerà nel 2017, quando il disavanzo è previsto collocarsi all’1,8% del PIL, e negli anni successivi. Si tratta di una delle migliori performance nell’ambito dei Paesi membri dell’Unione Europea.
Si conferma l’avvio della discesa del debito pubblico che dal 132,7% del PIL dello scorso anno calerà al 132,4% nel 2016 e al 130,9% nel 2017. A questo andamento contribuiranno le privatizzazioni i cui proventi sono previsti in misura pari allo 0,5% del PIL l’anno per il periodo considerato.”
Comunicato stampa governo Def 16
http://www.governo.it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n110/4452