A Cagliari un convegno ARPES s’interroga sugli aspetti del nuovo Codice e della Centralizzazione
di Enza Colagrosso
Lo scorso 12/13 maggio a Cagliari il convegno dell’ARPES (Associazione regionale Provveditori Economi Sardegna) 2016, dal tema: Acquisti in sanità- Novità e Centrali d’Acquisto, è stato un interessante momento di riflessione sulla situazione degli acquisti in Sardegna, e in tutte le altre regioni del nostro Paese, dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. L’evento formativo, appuntamento annuale dell’Associazione della FARE, rivolto agli associati e ai simpatizzanti, è stata anche occasione di confronto sui temi relativi alla nuova centralizzazione e alle macro aree che coinvolge. I partecipanti, tutti dipendenti pubblici che svolgono, nel settore degli acquisti sanitari, mansioni precise come: responsabili unici del procedimento, addetti alle procedure di gara ecc., hanno ascoltato con interesse le relazioni della due giorni che hanno espresso una sorta di Fil rouge in quel senso di disorientamento che ha colto tutti coloro che, dalla sera alla mattina, si sono trovati nella difficilissima situazione di dover far acquisti con in mano il nuovo codice, il 50/2016. E seppur il clima voleva, e doveva essere costruttivo, visto il carattere formativo delle due giornate, i relatori non hanno nascosto la difficoltà di dover spiegare, agli operatori presenti, una disciplina che in nulla risponde a quelli che erano gli obiettivi iniziali che dovevano ispirarne la stesura: un Codice snello, chiaro capace di disciplinare gli acquisti di servizi e forniture in maniera decisa e lineare. Non è questo infatti, che si legge negli articoli del 50/2016 anzi, come è emerso dai lavori dei relatori, il suo esser stato pubblicato alla data di scadenza del termine ultimo, o per esser più precisi il giorno dopo, dandogli vigenza lo stesso giorno è servito solo a mandare allo sbando coloro che a questo testo devono far ricorso nel loro lavoro giornaliero alimentando così, a detta dei presenti, il terreno di corruzione. Tale riflessione è stata meglio spiegata suggerendo come la “Corruption” di cui parla Trasparency da anni, non è solo legata al malaffare ma è anche frutto della scarsa qualità normativa del legislatore. L’entrata repentina del nuovo Codice, in Sardegna come in altre regioni ha avuto come prima conseguenza un rovinoso e istantaneo fermo delle gare. Le cose sono cambiate velocemente, visto che c’è stata l’assenza di un formale recepimento, a differenza del d.lgs. 163/2006 per il quale fu previsto un periodo di 60 giorni. Così senza neanche lasciare il tempo di leggere attentamente il nuovo testo, tanto da potersi poi riorganizzare adeguandosi, dalla sera alla mattina si è passati dal 163/2006 al 50/2016, in attesa di ciò che andrà a produrre, in seguito, la nuova “soft law”. Formazione o più semplicemente informazioni sono stati inoltre lasciati completamente in mano alla buona volontà del singolo. Tra le novità di maggiore rilievo introdotte dal d.lgs. 50/2016 spicca tra l’altro il nuovo sistema di centralizzazione e qualificazione delle stazioni appaltanti, di cui agli articoli 37 e 38, sulla base di criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione; sistema che attende peraltro di essere concretamente definito dagli atti dell’ANAC. Questo è stato l’altro importante tema della due giorni dell’ARPES che ha dato modo agli operatori presenti di condividere dubbi e incertezze.