Quando un farmaco diventa essenziale? Quali farmaci sono inclusi nella Lista Modello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? Chi regola e promuove l’accesso ai farmaci essenziali? Quali sono i problemi nella ricerca? Quali politiche farmaceutiche possono sostenere i farmaci essenziali? E ancora: quali farmaci privilegiare? Farmaci comunque costosi ma associati a benefici marginali o medicinali che, pur avendo prezzi ancora più proibitivi, interessano una fascia più ampia di popolazione e garantiscono rimedi più efficaci? Sempre più spesso governi e istituzioni fanno riferimento alla Lista Modello dei Farmaci Essenziali dell’OMS per individuare i farmaci che dovrebbero essere messi a disposizione di tutti i pazienti e malati. Non tutti i farmaci infatti hanno pari efficacia e sicurezza, o rappresentano opzioni intercambiabili. E non sempre tutte le informazioni che riguardano l’efficacia e sicurezza di un farmaco sono rese disponibili, con responsabilità sia da parte di chi fa ricerca, sia di chi dovrebbe governarla. Di tutto questo si è parlato nel Seminario Salute Globale dell’OMS organizzato a Milano il 28 aprile scorso dal Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, durante il quale è stata sottolineata l’importanza di alcuni fattori per la definizione di efficaci politiche di accesso universale, tra cui la necessità di compiere scelte di salute pubblica solo dopo un cumulo di evidenze. Sono intervenuti, fra gli altri, i due rappresentanti del Segretariato per i farmaci essenziali dell’OMS Nicola Magrini e Lorenzo Moja, che hanno affrontato in una prospettiva globale il problema –mondiale- dell’accesso ai farmaci e del loro processo di selezione. Fra le novità più interessanti che si prospettano all’orizzonte occorre sottolineare il fatto che sarebbero allo studio politiche a favore dell’accessibilità anche nei paesi a basso reddito, come cessioni di licenza internazionali per la produzione di varianti generiche di farmaci sotto brevetto.