Cergas Bocconi suggerisce come uscirne
Da almeno un decennio, ossia dalla crisi del 2007-08, si può dire che il SSN sia in mezzo a un guado: queste le parole usate da Francesco Longo e Alberto Ricci, del Cergas Bocconi, nell’ultimo Rapporto Oasi 2017, presentato a Milano lo scorso dicembre.
Aumentano acqua e corrente: verso il “perfect storm”?
L’aumento dell’acqua è il risultato del combinato disposto di progresso delle conoscenze, di ampliamento del concetto di salute, di incremento della domanda. L’aumento della rapidità della corrente dipende dalla velocità con cui cambiano società ed economia. È pericoloso restare in mezzo al guado per tanto tempo, perché si rischia l’immobilismo anche se, a dire il vero, diverse cose negli ultimi anni sono state fatte.
“Sfide sempre più complesse”
Partendo dall’assunto che l’uscita dal guado dipende da moltissimi fattori e dal contributo di molti soggetti istituzionali, economici e sociali, il Rapporto cerca di dare un contributo per rafforzare la capacità di chi opera nel sistema di galleggiare in acque più alte e di resistere alla corrente sempre più forte. Un contributo che consiste nell’accumulo di conoscenze e nell’apertura di spazi di riflessione finalizzati a tenere alto il livello del dibattito e, se possibile, la motivazione di tutti coloro che ogni giorno sono sulla frontiera di un sistema che pone sfide sempre più complesse.
Il Rapporto 2017
Nel Rapporto 2017, oltre alla tradizionale prima parte in cui sono aggiornati i dati generali sul sistema (spesa, struttura di offerta, livelli di attività, esiti di salute) e viene continuato il confronto a livello internazionale, gli aspetti di continuità riguardano gli approfondimenti sui temi di: evoluzione dei modelli istituzionali e organizzativi (regione come capogruppo, rafforzamento dirigenza intermedia, percorsi professionali), consumi privati in sanità, politiche del farmaco, HTA applicato alle tecnologie, performance economiche e processi di accentramento degli acquisti. Capire il passato, cogliere ciò che si muove pur all’interno di un sistema che sembra nel suo complesso troppo lento rispetto alle dinamiche dell’ambiente esterno, mettere in evidenza esempi di movimenti positivi, consente di passare dall’ambito delle semplici previsioni a quello della programmazione, a quello dell’individuazione delle condizioni necessarie all’implementazione, a quello della ricerca delle alleanze per riportare il dibattito sul SSN a livello alto, al top dell’agenda sociale, politica, economica. Il Rapporto OASI 2017 evidenzia che, superando molte delle difficoltà sopra ricordate, nel SSN si sta passando da una focalizzazione sulle strutture fisiche (ospedali, ambulatori, etc.) a modelli basati su percorsi, continuità dell’assistenza (in questa prospettiva si segnala il capitolo sulle Case della Salute), a gruppi di patologie, il che apre al tema del futuro della salute personalizzata e di precisione.
Imparare a vivere nella corrente
Suggerisce inoltre che l’uscita dal guado o la possibilità di imparare a vivere nella corrente sempre più rapida dipende dal coraggio e dalla determinazione (anche sul piano politico) con cui si affronteranno i seguenti temi: superamento della contrapposizione pubblico-privato, sia nell’erogazione sia nel finanziamento del sistema, che consenta di valorizzare la collaborazione (es. revisione del ruolo della spesa privata e intermediata rispetto alla spesa out of pocket); modelli assistenziali e organizzativi flessibili in grado di adattarsi all’evoluzione dei bisogni; ripresa e potenziamento dei finanziamenti non solo di farmaci ma anche di tecnologie mediche, in considerazione del fatto che la catena della salute può diventare un significativo stimolo per lo sviluppo economico secondo modelli diversi dal passato; garanzie di accessibilità reale ai servizi; considerazione delle interdipendenze che influenzano la salute; rafforzamento della comunicazione per contrastare effetti negativi di consumismo sanitario o di autodiagnosi e autocura stimolato dalla rete.
La “ricetta”
In conclusione il Rapporto OASI 2017 suggerisce che, per mettere il sistema in condizioni di affrontare le sfide le futuro occorre: partire da fenomeni reali per trovare adeguate soluzioni istituzionali e non viceversa, avere una visione ampia e di lungo periodo e, contemporaneamente, la capacità di adattare le soluzioni a specifici contesti, avere la consapevolezza che per cambiare realmente ognuno deve agire su fattori controllabili, rendere più veloci i flussi degli indirizzi dallo Stato alle Regioni e alle Aziende sanitarie e viceversa, fluidificare i rapporti tra ricerca, modifica dei modelli assistenziali e aggiornamento delle conoscenze degli operatori.
Fonte: link dove scaricare il Rapporto Oasi (previa registrazione)