Milano non ci sta. Lo “scippo” dell’Ema decretato a fine 2017 da un rocambolesco sorteggio in zona Cesarini che ha fatto pendere la bilancia a favore di Amsterdam proprio non va giù al capoluogo lombardo e all’Italia.
Il ricorso italiano
E così il nostro Paese ha deciso di cogliere al balzo la presunta inidoneità dell’edificio (peraltro nemmeno ultimato) che dovrebbe ospitare la nuova sede dell’Agenzia europea del Farmaco nella città olandese per avanzare un ricorso che potrebbe riservare un colpo di scena e cambiare le cose a nostro favore.
L’allarme di Guido Rasi
Nelle scorse ore il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha reso noto di aver chiamato Gentiloni dopo l’allarme lanciato dal direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, Guido Rasi, sulla sede proposta da Amsterdam, in merito alla possibilità dell’Italia di tornare a chiedere la sede di Ema a Milano.
La sede che non c’è
Del resto la situazione ad Amsterdam desta non poche preoccupazioni: l’edificio ancora non c’è, e il trasferimento di tutto il personale e le attività da Londra è destinato a subire ritardi e costi supplementari. A ciò si aggiunge che la sede transitoria dimezza gli spazi londinesi e crea disagi e rallentamenti delle attività.
Governo pronto ad agire
Da Palazzo Chigi fanno sapere che il Governo è pronto ad intraprendere ogni opportuna iniziativa presso la commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti affinché venga valutata la possibilità che Milano torni in lizza. E anche se le probabilità, realisticamente, non sono altissime, vale la pena di provarci.