Chiari ed allarmanti i dati della recente consultazione promossa dalla Fondazione Gimbe. Si teme l’impatto sulle diseguaglianze territoriali.
Molto interessanti, e attualissimi, i risultati della recente consultazione pubblica “Maggiori autonomie in termini di tutela della salute richieste da Emilia Romagna, Lombardia e Veneto ai sensi dell’art. 116 della Costituzione Italiana”, promossa dalla Fondazione Gimbe in tema di autonomie e regionalismo differenziato.
Quasi 4mila persone coinvolte
L’indagine, svoltasi dal 6 al 17 febbraio, ha visto la partecipazione di 3.920 persone, un campione rappresentativo della popolazione italiana con un margine di errore inferiore all’1,6%. In particolare si chiedeva di stimare l’impatto di ciascuna autonomia in sanità sulle diseguaglianze regionali, tramite uno score da 1 a 4, con possibilità di “astenersi” e aggiungere commenti (ne sono stati inviati 5.610 commenti, 1,43 per partecipante).
Chiaro il verdetto
Ebbene, il verdetto suona molto chiaro, in molti casi lapidario: secondo i quasi 4mila partecipanti le maggiori autonomie in sanità avranno un impatto rilevante sulle diseguaglianze regionali. Dall’analisi preliminare di oltre 5mila commenti emergono serie preoccupazioni: imprevedibilità delle conseguenze, aumento divario Nord-Sud e differenziazione del diritto alla tutela della salute.
I canali di divulgazione
La consultazione pubblica, promossa tramite i canali della Fondazione, è stata divulgata da numerose istituzioni e organizzazioni: dalla Camera dei Deputati alle Regioni, da Fnomceo a Fnopi, da Cittadinanzattiva a Conaps, dall’Associazione Epac a Federspecializzandi, da vari sindacati (Cimo, Snami, Sindacato Nazionale Area Radiologica, Cgil Toscana e Veneto, Anaao Assome Veneto, Sumai Lombardia, Nursind) a decine di testate giornalistiche.
Alcune certezze
Dai dati quantitativi e dall’analisi preliminare dei commenti emergono alcune ragionevoli certezze: l’esigua percentuale di “non so” (range 2-8,2%) e l’elevato numero di commenti riflette un campione composto prevalentemente da stakeholder della sanità; l’impatto delle maggiori autonomie in sanità sulle diseguaglianze regionali viene percepito rilevante (media score da 3,0 a3,4), con deviazioni standard omogenee tra le diverse autonomie (da 0,9 a 1,1). Tra le preoccupazioni più frequenti: imprevedibilità delle conseguenze, ulteriore spaccatura Nord-Sud, aumento del divario tra Regioni ricche e povere, differenziazione del diritto costituzionale alla tutela della salute.