Gli italiani hanno paura di andare in ospedale. Lo dimostra un sondaggio di Incisive Health e Censuswide, condotto tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2020. C’è riluttanza ad accedere ai servizi sanitari, specialmente se ospedalieri. Una riluttanza causata dall’impatto psicologico che la pandemia di Coronavirus ha avuto sulle persone. Lo studio ha interessato anche Francia, Germania, Spagna e Regno Unito e per la sola Italia, sono stati intervistati oltre 2.000 cittadini.
I dati
Il 55% degli italiani teme di recarsi nei reparti di emergenza, poiché il rischio di contrarre il virus potrebbe essere più elevato negli ospedali. Paura che emerge anche quando si tratta di visitare un medico specialista in ospedale (45%), e il medico di famiglia (43%).
Ben più della metà degli intervistati (60%) ha dichiarato di essere avverso a visitare i servizi di urgenza ospedalieri a causa di un possibile sovraccarico del sistema. Stessa cosa per quanto riguarda l’eventuale utilizzo di un’ambulanza (55%)
Di fronte a casi non gravi, i pazienti di tutte le età preferiscono le consultazioni mediche telefoniche rispetto a quelle fatte di persona. Solo un 20% predilige un appuntamento vis a vis.
In merito ai servizi, per il 63% degli intervistati, i primi da riaprire sono quelli diagnostici e oncologici. La pandemia, infatti, ha portato alla chiusura o sospensione parziale di questi servizi, con tutti i disagi che ne sono conseguiti. In generale, il 39% degli italiani desidera dare priorità ai servizi di assistenza primaria.
Pensando una seconda ondata di contagi, lo studio ha rilevato che per il 50% degli italiani intervistati sia fondamentale mantenere al sicuro gli operatori dei servizi sanitari nazionali, garantendo i dispositivi di protezione personale (Dpi) a medici e infermieri.
Per prepararsi al meglio a future possibili pandemie, il 57% degli italiani ritiene che investire sulla ricerca scientifica sia la priorità. Il 54% punterebbe sull’aumento della capacità di servizi di terapia intensiva e il 51% sul miglioramento della cooperazione tra paesi.
L’impatto psicologico del Covid-19, secondo lo studio, ha portato a una diffidenza, per cui sarà complicato tranquillizzare le persone sul fatto che i servizi sanitari siano sicuri. Non sono poche, infatti, le persone in gravi condizioni che non chiedono aiuto per paura di contrarre il virus.
Vince la preoccupazione
“L’Italia – commenta Francesca Scassellati Sforzolini, Direttrice Amministrativa di Incisive Health Bruxelles – ha affrontato una delle sfide più difficili della sua storia e, nonostante la situazione sia ora sotto controllo, è comprensibile che il pubblico sia ancora molto preoccupato per quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari. La volontà del grande pubblico di dare priorità ad alcuni aspetti dei servizi sanitari sembra essere guidata dalle terribili sfide che questi servizi hanno dovuto affrontare durante la pandemia di COVID-19. È fondamentale che il pubblico italiano riacquisti la fiducia nei servizi sanitari, ma affinché ciò avvenga è necessario investire maggiormente nel servizio sanitario nazionale e ripensare i meccanismi di coordinamento tra regioni in previsione di future crisi sanitarie.”
Pensieri condivisi
Risultati non dissimili sono emersi dallo stesso sondaggio effettuato in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Anche in questi Paesi la maggioranza delle persone è riluttante ad accedere ai servizi ospedalieri per paura di essere contagiata. La riapertura dei servizi oncologici è la priorità della maggioranza dei cittadini non solo per l’Italia, ma per tutti i Paesi. Infine, sia la Spagna che l’Italia condividono risposte simili a domande riguardanti il futuro dei servizi sanitari.