Anche la Ragioneria dello Stato licenzia il nuovo Codice dei Contratti

Il Codice dei Contratti, licenziato dal Consiglio di Stato ed approvato dal Consiglio dei ministri in data 16 dicembre 2022, ha avuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato e adesso può iniziare il percorso previsto dalla Legge delega n. 78/2022 prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

In quest’ultimo passaggio il testo ha subito poche, ma importanti modifiche. E’ stata mantenuta integralmente la struttura del Codice, con i suoi 229 articoli e i 35 allegati che renderanno la riforma auto esecutiva così da permettere sin da subito sia la totale conoscenza del testo che l’attuazione della disciplina. La variazione, forse più significativa, è stata quella apportata all’art.44 relativo all’appalto integrativo.

Il cammino del nuovo testo sembra spedito nonostante siano tante le critiche continuano ad alzarsi tanto che in molti chiedono al ministro Salvini di rimandare la data dell’entrata in vigore del Codice dei Contratti.

Al nuovo strumento legislativo viene contestato il principio del risultato, evidenziando come nell’eliminazione del tetto massimo al punteggio da attribuire nell’offerta economicamente più vantaggiosa si nasconde, in realtà, la reintroduzione del criterio del massimo ribasso.

Anche sul principio della fiducia, le polemiche non cessano. C’è chi legge in questo una scappatoia che porterà solo ad accrescere il contenzioso, altri lo leggono invece come un sistema colpevolista che non cancella, di fatto, la presunzione di colpevolezza a carico delle imprese. Manca inoltre la conferma dello speciale regime di responsabilità erariale previsto dal Dl semplificazioni e pertanto non sarà facile superare la “paura della firma”.

Per la revisione prezzi sembrerebbe che la norma abbia un carattere farraginoso che non promette soluzioni ma, al contrario, in caso di aumento dei prezzi, il rischio è quello di un blocco totale dei cantieri. Basta ricordare che ad oggi vengono liquidate le istanze relative al II semestre 2021 e che su 119 milioni di euro richiesti solo il 13% dei fondi è stato erogato, mentre dei 607 milioni previsti dal Dl Aiuti solo il 2% è stato pagato.

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