Il mercato dei biosimilari sta rapidamente emergendo come un’area chiave nel panorama farmaceutico europeo, rappresentando ormai il 40% della spesa farmaceutica totale nell’Unione Europea. Tuttavia, nonostante il loro crescente impatto, una serie di sfide minaccia di compromettere il loro potenziale beneficio economico e terapeutico.
Un recente convegno organizzato da IQVIA Italia e Egualia, dal titolo «Biosimilari: un’opportunità a rischio? Le sfide per il futuro» che ha visto la partecipazione di Adriano Leli, Presidente FARE, nello specifico alla tavola rotonda intitolata “Valore dei biosimilari, sostenibilità del sistema e prospettive future“, ha posto l’attenzione su queste criticità, sottolineando la minaccia del “vuoto biosimilare” e il rischio di carenze nell’approvvigionamento dei farmaci, sia in Italia che nell’intera Europa.
Secondo gli esperti del settore, entro il 2032 il 75% dei farmaci biologici con brevetto scaduto non avrà concorrenti sul mercato, causando un mancato risparmio di almeno 15 miliardi di euro per i sistemi sanitari europei. Questo scenario preoccupante evidenzia la necessità di una strategia efficace per promuovere la disponibilità e l’accessibilità dei biosimilari.
Attualmente, una delle principali sfide deriva dai costi di produzione elevati e dai vincoli burocratici, che potrebbero limitare la futura disponibilità dei biosimilari. Inoltre, un terzo delle molecole più costose dei farmaci biologici non ha biosimilari in fase di sviluppo, innescando il timore di carenze di approvvigionamento quando i brevetti scadranno.
Questa situazione è particolarmente critica per i farmaci a “bassa vendita”, dove solo il 7% avrà concorrenza nei prossimi 10 anni, con una potenziale mancata opportunità di risparmio di circa 7 miliardi di euro. Anche il mercato dei farmaci orfani, cruciale per alcune patologie rare, rischia di essere colpito dalla scarsa disponibilità di biosimilari.
In Italia, nonostante i biosimilari abbiano generato risparmi significativi, si osserva una sostituzione degli originatori senza un aumento significativo del numero di pazienti trattati. Ciò solleva dubbi sulla sostenibilità delle aziende di biosimilari e sulla necessità di un approccio più equilibrato nella gestione delle terapie biologiche.
Per affrontare queste sfide, le aziende di biosimilari chiedono un meccanismo premiale per migliorare l’applicazione della legge esistente, consentendo maggiore flessibilità nelle scelte terapeutiche e garantendo la disponibilità continua di farmaci sul territorio.
I dati del mercato italiano dei biosimilari del 2023 mostrano una crescita dei consumi, ma con notevoli differenze regionali nell’adozione di questi farmaci. Questo sottolinea l’importanza di un approccio coordinato a livello nazionale per massimizzare il potenziale dei biosimilari.
In conclusione, mentre i biosimilari offrono un’opportunità significativa per risparmiare risorse e migliorare l’accesso alle terapie, è essenziale affrontare le sfide attuali per garantire la sostenibilità e l’efficacia di questo settore in rapida evoluzione.
La sua presenza sottolinea l’importanza dell’evento e l’interesse del settore nel discutere delle sfide e delle opportunità legate ai biosimilari, così come della necessità di garantire la sostenibilità del sistema sanitario e delle prospettive future del settore farmaceutico.
Ufficio stampa Egualia