Ciao Alberto!

Come Presidente della FARE e come amico, devo purtroppo comunicare la scomparsa del collega Alberto Riccio, Presidente del Collegio dei Sindaci della Federazione. Mi permetto di pubblicare una delle tante testimonianze ricevute come rappresentativa dell’affetto di tutti nei confronti di Alberto.

Umanità, professionalità e signorilità…credo che siano le parole che ben rappresentino Alberto nel cuore di tutti.

In questo doloroso momento esprimo, a nome mio e della FARE, la più profonda e sentita vicinanza alla tua cara moglie, a tua figlia, a tua nipote e a tutta la tua famiglia.

Un abbraccio a te Alberto….

Adriano

Che dire quando un amico carissimo, come Alberto Riccio, ci lascia? Non amo accompagnare un amico che se ne va con parole dolci  o magari di benevola valutazione perché è mia convinzione che l’agire di ognuno di noi merita ben altro che un pensiero valutativo.

Io vi inviterei a ricordare tutti insieme l’agire di Alberto nella nostra Federazione. Sempre disponibile, professionale, risolutivo e mai spinto da un interesse personale. Negli anni che io ho passato nella Fare sono stata molte volte, come credo tutti voi, testimone dell’ azione di Alberto che ha cercato di portare avanti gli interessi della Federazione senza mai lasciarsi tirare la giacca da quei giochi interni che hanno caratterizzato alcune fasi della storia interna della Fare.

Lui con una mente estremamente razionale, sempre dedita ai conti, mi ha poi mostrato un lato umano che non vi nascondo a suo tempo mi sorprese molto: quando iniziò la mia malattia lui una volta mi chiamò e mi disse che anche lui stava percorrendo lo stesso sentiero. Mi ha chiesto di fare appello a tutta la mia forza perché solo con quella si può sperare di guarire. Lui mi ha raccontato le sue difficoltà e poi mi ha chiesto di raccontargli le mie. A questo punto, con una sorta di amore paterno mi ha confortata pregandomi di chiamarlo se avessi perso la forza di voler guarire. La cosa mi colpì molto perché seppur conosciuto non avevo, fin ad allora, avuto con Alberto un rapporto di amicizia.

La sua signorilità ha avuto poi conferma anche in seguito a quella chiacchierata perché seppur per diverse volte l’ho sentito  per lavoro lui non ha più fatto riferimento a quella chiacchierata è rimasto sempre nel suo ruolo professionale. Solo ultimamente l’ho risentito e ho riaperto il discorso per chiedergli notizie sulla sua salute. Lui mi ha risposto che continuava la sua battaglia e sperava che io facessi altrettanto fino a dirmi: “Enza combatti, io lo sto facendo anche se ho molti anni più di te. Ma la vita è vita a cinquanta come a ottanta anni. Ogni giorno è un giorno di vita, Enza ti abbraccio “.

Enza Colagrosso

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