Superare la frammentazione e la variabilità degli acquisti: questi alcuni dei punti fermi, relativi agli acquisti in sanità, della Legge di Bilancio che, in autunno, entrerà nel vivo dell’iter. Il consigliere economico di Palazzo Chigi Yoram Gutgeld, nei giorni scorsi, ha incontrato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e i governatori regionali, mettendo in luce la necessità di ulteriori interventi di razionalizzazione della spesa. Fra i casi più eclatanti quello degli stent coronarici, con differenze tra regione e regione che possono arrivare anche a svariate centinaia di euro: le escursioni sono segno di micro-gare ancora estremamente frammentate, e di modalità di acquisto non sempre efficaci. Com’è possibile, ad esempio, che un determinato “pacemaker” venga pagato fino a 3.850 euro in Campania e nemmeno 1.000 in Liguria? Lo stesso per i farmaci: i comuni inibitori delle pompe protoniche (i farmaci contro acidità e reflusso, per intenderci) nel solo Piemonte vanno dall’euro e 80 di Cuneo 1 ai 3 di Torino 1. Quasi il doppio. Tra le ricette del Governo se ne profilano alcune, come spinta alla centralizzazione (o perlomeno aggregazione) degli acquisti, azioni mirate nelle Regioni sotto piano di rientro, miglioramento della logistica e appropriatezza. E si studia come premiare i più virtuosi.
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