FIFO Sanità: Payback fortemente vessatorio, a rischio migliaia di imprese e posti di lavoro

L’attuale normativa sul payback, già in vigore dal 2015, è stata aggravata dal Governo uscente con il Decreto Aiuti bis. Tale sistema, ancora inattuato, ha l’obiettivo di contenere la spesa pubblica del SSN obbligando le imprese fornitrici di Dispositivi Medici a rimborsare il 50% della spesa effettuata, per il loro acquisto, in eccesso dalle Regioni.

FIFO Sanità, in rappresentanza delle proprie Asfo regionali, esprime grande preoccupazione per l’approvazione di tale normativa che mette a rischio il tessuto dei fornitori ospedalieri, composto nel 95% da micro, piccole e medie imprese, con oltre 100mila lavoratori coinvolti. Pur ritenendo assolutamente corretto il fine ultimo del contenimento della spesa pubblica, la Federazione considera ingiusto e assolutamente vessatorio il provvedimento del payback che, di fatto, deresponsabilizza gli amministratori pubblici e penalizza fortemente i produttori e distributori di dispositivi medici.

I contratti di forniture di DM vengono stipulati al termine di procedure di gara che hanno già l’obiettivo, tra gli altri, di contenere i costi della spesa pubblica. La restituzione del 50% della spesa alle Regioni risulta essere un fattore di assoluta criticità economico-finanziaria per le piccole e medie imprese, le quali non possono sottrarsi dall’eseguire o interrompere le forniture di beni o servizi, una volta risultati aggiudicatari di una gara pubblica.

Solo per il quinquennio 2015-2020, qualora si rendesse attuativo il payback per i DM, con le integrazioni volute dal Decreto Aiuti bis, le aziende dovrebbero restituire in media somme pari a metà del proprio fatturato annuo (circa 3.6 miliardi di € in totale), con ingenti difficoltà fiscali, trattandosi di bilanci già depositati, e con modalità fortemente vessatorie che prevedono anche la compensazione dei crediti vantati dalle imprese fornitrici nei confronti delle Aziende Sanitarie.

Lo stesso tetto di spesa nazionale, previsto nella misura del 4,4% rispetto al totale della spesa pubblica annua, danneggia ulteriormente il comparto sanitario che, in media, necessita di una spesa annua del 6,6% sulla spesa pubblica.

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