Il 20 ottobre è stata consegnata al Governo la bozza del nuovo Codice degli Appalti

Come da cronoprogramma, lo scorso 20 ottobre, è stata consegnata al Governo, dalla commissione del Consiglio di Stato, la bozza del nuovo Codice dei Contratti pubblici.

Ora si dovrà mettere in moto il Governo appena insediato affinché, per il 31 marzo 2023, anche questa data fissata nel programma, possa entrare in vigore il nuovo Codice.
Il Governo appena insediato o, per meglio dire, il nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, potrebbe voler mettere mano all’impianto di ristrutturazione del Codice ma, se una decisione del genere dovesse esser presa si dovrà anche prevedere una tabella di marcia ben serrata per finire tutto l’iter entro il termine ultimo di marzo 2023.

Ricordiamo cosa è stato richiesto ai tecnici e ai giuristi dedicati alla revisione del testo: di rendere il Codice dei contratti una sorta di manuale fatto di norme chiare e non interpretabili, tanto da far finalmente lavorare solo gli addetti ai lavori e non gli avvocati e i magistrati.

Ad oggi la bozza non è consultabile ma da indiscrezione sembrerebbe che il nuovo Codice degli Appalti sia suddiviso in 5 libri:

libro I: dei principi, della digitalizzazione, della programmazione e della progettazione;

libro II: dell’appalto;

libro III: dell’appalto nei settori speciali;

libro IV: delle concessioni e del partenariato pubblico-privato;

libro V: del contenzioso e dell’autorità nazionale anticorruzione.

Disposizioni finali e transitorie, e sia autoapplicativo che in sostanza significa che una volta pubblicato non ci sarà bisogno di attendere, per poterlo applicare, i provvedimenti di attuazione.

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