La Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per il Veneto, con la delibera del 15 settembre 2020 rispetto ai contenuti del decreto-legge n. 76 (cosiddetto semplificazioni, convertito nella legge 120/2020) che all’art.1, comma 1, prevede che alle procedure di affidamento da esperire entro il 31 luglio 2021 si applichino le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 del decreto, ha chiarito che: gli incentivi tecnici ai funzionari della pubblica amministrazione non sono ammessi in caso di affidamento diretto; per ottenerli è sempre necessaria una attività comparativa di indagine di mercato per avere diritto all’incentivo.
E’ quanto ha deliberato la Corte dei Conti del Veneto che ha argomentato, su istanza di parte, in merito alla possibilità di concedere ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, con specifiche funzioni, l’incentivo del 2% sugli appalti affidati senza gara in base alle norme vigenti
Il Decreto Semplificazioni prevede infatti che, vengano riconosciuti degli incentivi ai funzionari della PA per l’affidamento diretto dei contratti di lavori, servizi e forniture di valore inferiore a 150mila euro ricompresi nel piano triennale delle opere pubbliche e nel programma biennale dei servizi e delle forniture, la cui stipulazione costituisce il presupposto necessario per tale riconoscimento. Per la Corte veneta la disciplina in deroga introdotta con l’art. 1 decreto-legge n.76/2020 va ritenuta «di stretta interpretazione e non consente alcun effetto estensivo del regime derogatorio, che possa autorizzare alcun riflesso di modificazione della portata letterale dell’art. 113, comma 2, del dlgs n. 50/2016 il quale rimane, quindi, invariato e inderogabile nel riferimento alla gara e alla procedura comparativa e nella specificazione delle prestazioni tecniche incentivabili».