MEDICI A GETTONE, L’ANAC NON SA DARE INDICAZIONI

“La questione dei cosiddetti ‘medici a gettone’ assume una grande rilevanza sociale – afferma il Presidente di ANACGiuseppe Busia – in quanto tocca servizi fondamentali, improcrastinabili ed indispensabili per l’intera comunità, oltre che di grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle Aziende sanitarie al fine di remunerare il personale medico reperito per turni spesso insostenibili”.

“Per sopperire all’attuale carenza di medici ormai diffusa in numerosi comparti ospedalieri – continua il Presidente dell’Anticorruzione -, le Aziende sanitarie siano indotte ad aggiudicare appalti, spesso mediante procedura negoziata, alla quale partecipa un numero ridotto di operatori economici, in particolare per assicurare alcuni servizi quale quello di Guardia Medica presso il Pronto Soccorso, nonché a corrispondere compensi particolarmente elevati per ciascun turno, anche prevedendo, come criterio di scelta del contraente, quello del prezzo più basso”.

Per questo, ricorda il Presidente BusiaANAC ha deciso di intervenire presso il Ministero della Sanità e presso il Mef al fine di sollecitare un decreto ministeriale che faccia chiarezza sulla questione dei “gettonisti”, e dia dei criteri di congruità dei prezzi. L’Autorità intende mettere a disposizione il proprio supporto a ospedali e aziende sanitarie per la predisposizione di questi affidamenti professionali, anche con riferimento alla tempestiva e corretta programmazione dei fabbisogni ed all’individuazione di importi a base di gara congrui.

Nelle ultime settimane, infatti, sono giunte ad ANAC parecchie richieste di parere sulla congruità dei prezzi perforniture di servizi medico-sanitari disposti in somma urgenza”.

Aziende sanitarie e ospedali, specie in reparti “sensibili” come Pronto Soccorso e Anestesia, si trovano in grossa difficoltà operativa per mancanza di medici. Molti di questi si licenziano, per tornare allo stesso posto assunti da cooperative private, con costi orari e giornalieri moltiplicati. Per garantire il funzionamento dei servizi ospedalieri, le Asl devono rivolgersi alle cooperative private assumendo “medici a giornata. Non esiste, però, alcun quadro normativo certo, che possa indicare come procedere con tali assunzioni “a ore”, con quali limiti, entro quali prezzi, con che tipo di durata giornaliera.

Di qui la decisione dell’Autorità di intervenire, coinvolgendo direttamente il Ministro. Anzi i ministri, visto che i profili coinvolti riguardano sia il Ministro alla Sanità, che quello di Economia e Finanze. Ci sono infatti, più profili in gioco: l’elevato costo dei servizi; l’inadeguatezza del servizio offerto; la scarsa affidabilità del servizio (pensiamo alla lucidità di un medico dopo 36 ore filate di servizio); il far west dei contratti, di durata breve con elusione di qualsiasi principio di programmazione e concorrenza.

ANAC si è trovata impossibilitata a dare indicazioni perché non c’è alcun provvedimento del ministero che ponga dei limiti, né alcuna legge o decreto che disciplini quanto sta avvenendo.

Fonte ANAC

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