Il 30 aprile l’Italia deve inviare a Bruxelles il “Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza” (PNRR). Il PNRR è in pratica il programma degli investimenti che il nostro Paese deve presentare alla Commissione Europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento messo a punto per rispondere alla crisi pandemica del Covid-19, che ha una valenza per il nostro Paese di circa 221,5 miliardi di euro.
Di questi soldi circa 68,9 miliardi di euro ci arriveranno grazie a delle sovvenzioni mentre, i rimanenti, li avremo invece sotto forma di prestito. Il Recovery Plan, in pratica, è un insieme di riforme che dovranno essere scelte, programmate e poi sviluppate a garanzia del denaro ricevuto.
L’Italia ha scelto sei assi strategici per il suo rilancio: la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica, le infrastrutture sostenibili, l’istruzione e la ricerca, l’inclusione e la coesione, la salute.
Ormai sembra certo che per quanto riguarda la Digitalizzazione e l’Innovazione le azioni prevederanno un rinnovamento del personale della Pubblica Amministrazione che deve diventare giovane e digitalizzato. Sono previsti anche incentivi per la digitalizzazione del settore privato e per la banda ultralarga su tutto il territorio nazionale.
Per le Infrastrutture, per una mobilità sostenibile, sono invece previsti finanziamenti per la realizzazione di ferrovie ad alta velocità, il potenziamento delle linee ferroviarie regionali e la digitalizzazione della logistica. Tante sono le riforme previste e tra queste per la “salute” sono stati destinati circa 16 miliardi di euro per l’aggiornamento del parco tecnologico, lo svecchiamento delle attrezzature e il rinnovamento delle infrastrutture.
Accanto alle 6 categorie di riforme già elencate c’è un altro pacchetto di quelle che si potrebbero definire abilitanti ovverosia indispensabili per garantire l’attuazione del piano.
Proprio tra queste troviamo la modifica del Codice degli Appalti. A questo proposito sono state scelte due modalità di azione: le misure urgenti e le misure a regime. Per le prime Draghi, nel suo discorso di presentazione, ha spiegato che verrà introdotta una normativa speciale che deve andare a rafforzare il processo delle semplificazioni già avviate dal Dl n.76/2020 prorogandone l’efficacia fino al 2023. Sono state infatti attribuita al Codice degli Appalti molte delle difficoltà attuative. Tali misure urgenti saranno adottate con decreto legge entro maggio 2021. Le misure a regime prevedono invece di recepire le tre direttive UE (2014/23,24,25), magari rivedendo le parti che non siano self executing e con un punto di riferimento alle discipline in vigore in Germania e in Inghilterra. Per l’attuazione di queste sarà utilizzato una legge delega che sarà varata entro il 31 dicembre 2021 mentre i successivi decreti legislativi saranno in vigore entro i nove mesi successivi.
L’attuazione del PNRR sarà compito dei Ministeri e degli Enti locali e territoriali che dovranno vigilare sul procedere della realizzazione del piano. I Ministeri, in particolare, rappresenteranno una sorta di punto di costante contatto con la Commissione Europea.