Il Presidente dell’Anac Cantone ha presentato alla Camera la Relazione sull’attività svolta dall’Autorità nel 2018, a 5 anni dal primo insediamento. “Un approccio alla corruzione apprezzato in Europa e nel mondo”, ha commentato.
Giovedì 6 giugno il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha presentato alla Camera dei Deputati la Relazione annuale sull’attività svolta dall’Autorità nel 2018, accompagnato dai Consiglieri e dal Segretario Generale. Si tratta di una tappa particolarmente importante, se si considera che sono trascorsi 5 anni da quando, nel 2014, l’Autorità ha incorporato l’ex Avcp.
Dopo un lustro è tempo di bilanci
Lo ha ricordato lo stesso Cantone: “Sono trascorsi cinque anni –ha detto- da quando il Consiglio dell’ANAC si è insediato ed è quindi tempo di tracciare un bilancio dei risultati raggiunti ma anche di indicare le possibili prospettive future. Mi sento di affermare che la cifra che ha caratterizzato il difficile lavoro dell’Autorità in questo periodo è stata certamente quella dell’apertura, della collaborazione e del confronto. L’ottica perseguita è stata quella di affiancare e accompagnare le amministrazioni nei loro compiti di attuazione della nuova normativa, esercitando i poteri sanzionatori solo come extrema ratio”.
Un modello riconosciuto all’estero
“Un’apertura che si è manifestata nella stesura di protocolli e convenzioni, nella partecipazione attiva ai dibattiti pubblici nelle sedi istituzionali e universitarie, nella redazione di segnalazioni a Governo e Parlamento, in approcci innovativi alle attività consultive e di regolazione, nell’utilizzo preferenziale di una forma alternativa di vigilanza, appunto definita come “collaborativa”. Un metodo di lavoro, quello sperimentato nel quinquennio, che viene riconosciuto all’estero – e lo dico con una punta di orgoglio – come il “modello italiano” della prevenzione della corruzione, che ha ricevuto numerosi apprezzamenti, fra cui quelli del Consiglio d’Europa e dell’OCSE.