Apparecchiature obsolete, Assobiomedica lancia l’allarme

Assobiomedica lancia l’allarme sulle apparecchiature medicali non più al passo con i tempi. Secondo l’associazione facente capo a Confindustria sarebbero oltre 6.400 gli apparecchi diagnostici da rottamare: Tac, Pet, Rmn, ma anche mammografi, sistemi per chirurgia convenzionali e digitali, gamma camere per medicina nucleare, sistemi radiografici, ecografi e sistemi angiografici convenzionali e digitali. I dati, del Centro Studi Assobiomedica, mettono in luce una realtà non molto confortante: oltre 9 mammografi su 10, ad esempio, hanno superato il periodo di adeguatezza tecnologica (più di 1.200 hanno oltre 13 anni, e uno su cinque più di 20), con punte del 94% nelle Regioni del Centro, un dato parzialmente corretto dai mammografi digitali (“solo” il 23%, comunque quasi quattro su 10). Numeri allarmanti anche per i sistemi radiografici fissi convenzionali (il 76% hanno più di 10 anni), per i sistemi mobili ad arco convenzionali per la chirurgia (74%) e per le Rmn chiuse da meno di 1,5 Tesla (71%). Effetto della necessità di contenere la spesa, senza dubbio. Ma Assobiomedica non pensa che sia la strada giusta da seguire, e rilancia: una sostituzione sistematica e progressiva delle tecnologie più obsolete porterebbe a un ritorno dei costi molto rapido, con un aumento della precisione diagnostica e della qualità del servizio accompagnato a un’ottimizzazione della spesa.

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