Gli acquisti di dispositivi medici nel 2015, circa un terzo dei beni acquisiti dal Ssn, si è attestato a 5,76 miliardi, con una crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente. Una variazione in rialzo, comunque più contenuta rispetto al +2,6% registrato tra 2013 e 2014. A dirlo è il Rapporto sulla spesa delle strutture sanitarie pubbliche del Ministero della Salute, giunto ormai alla sua quarta edizione. L’analisi dei dati regionali evidenzia anche per il 2015 un’elevata variabilità nell’andamento delle tre categorie di dispositivi, con una riduzione degli impiantabili attivi (-0,7% pari a 507 mln di spesa), bilanciata dall’incremento dei dispositivi diagnostici in vitro (0,8% a quota 1,31 mld). Per i dispositivi medici, invece, in tutte le regioni la rilevazione dei dati di spesa è «generalmente in crescita: si passa, infatti, da 3,63 mld euro del 2014, su base nazionale, a 3,83 mld del 2015 con una variazione del +5,3%». «Il trend di aumento – si legge nel rapporto- deve essere letto come miglioramento della rilevazione dei dati da parte delle Regioni, piuttosto che come aumento della spesa sostenuta». Il dossier consente un’analisi sulle modalità di gestione, governo ed impiego dei dispositivi medici e del loro impatto economico. Se si analizza il quadro regionale, emerge che il primato spetta alla Lombardia (circa 550 milioni), seguita da Veneto (400) ed Emilia Romagna (374). In coda Valle d’Aosta e Molise. La crescita più significativa si è registrata nella provicnia automa di Trento (+35%), in Umbria (+29,3%) e in Calabria (+20,9%). «La variabilità regionale è funzione senz’altro della numerosità delle strutture pubbliche presenti sul territorio regionale, della loro offerta, nonché del livello di copertura dei dati trasmessi – sottolinea il rapporto – . Inoltre la numerosità dei dispositivi rilevati può essere influenzata dalla presenza di strutture pubbliche a diversi livelli di “specializzazione”, che potrebbero utilizzare insiemi di dispositivi medici molto eterogenei». Sono le protesi ortopediche i dispositivi più venduti (412 mln la spesa rilevata), seguiti dai dispositivi per funzionalità cardiaca (337), protesi vascolari (292), dispositivi per sistema artero-venoso (261), nonché strumenti per esplorazioni funzionali ed interventi terapeutici (127).