Contratti Pubblici: la stretta via della rinegoziazione e i “principi” del Codice

Il nuovo Codice dei contratti pubblici, il Dlgs 31 marzo 2023, n. 36, introduce significative novità, soprattutto nei primi dodici articoli che trattano dei “principi generali”.

Questi principi sono stati esplicitamente definiti dal legislatore anziché lasciare agli interpreti il compito di dedurli dalle norme, come avveniva nei codici precedenti. Tra i principi, il dominante è quello del “principio del risultato” (articolo 1), il quale richiama l’attenzione sul fatto che le procedure, i mezzi e i contratti devono essere finalizzati al concreto soddisfacimento delle esigenze della Pubblica Amministrazione (PA), anziché essere fine a sé stessi. Questo principio imprime un’importante svolta rispetto al precedente Codice (il decreto legislativo n. 50 del 2016), il quale era più focalizzato sulla procedura e sulla prevenzione.

Un altro principio importante, derivato dal principio del risultato, è quello della “conservazione dell’equilibrio contrattuale” (articolo 9), il quale ridefinisce il rapporto tra eccessiva onerosità sopravvenuta e contratto pubblico, aprendo alla possibilità di rinegoziazione del contratto in situazioni di impatto esterno eccezionale e imprevedibile. Questa nuova tendenza conservativa del contratto mira a preservare l’interesse pubblico funzionalizzato nel contratto, evitando la risoluzione del contratto stesso, che potrebbe rallentare la soddisfazione delle esigenze originarie.

La rinegoziazione del contratto, se necessaria, viene sottoposta a rigorose condizioni, con particolare attenzione alla mantenimento dell’invarianza finanziaria. In caso di mancato accordo sulla rinegoziazione consensuale, si apre la possibilità di una rinegoziazione contenziosa, con il coinvolgimento del giudice civile, il quale assume un ruolo attivo nel decidere sull’adeguamento del contratto all’equilibrio originario. Questo rappresenta un’innovazione significativa rispetto alla tradizionale separazione dei poteri, poiché il potere del giudice civile influisce retrospettivamente sugli effetti della formazione del contratto pubblico, tenendo conto dell’interesse pubblico che esso incorpora.

In sintesi, il nuovo Codice dei contratti pubblici introduce importanti cambiamenti, dando priorità al risultato e alla conservazione dell’equilibrio contrattuale, e stabilendo procedure più chiare e definite per la rinegoziazione dei contratti in situazioni eccezionali.

Tratto da Il Sole 24 ore

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