Ebbene sì, anche nel settore dei medicinali è in agguato il “falso”. Con la differenza che se acquistiamo un vestito, una borsa o un paio di scarpe contraffatte al limite ci siamo fatti fregare. Quando invece si parla di salute, i rischi sono molto più seri. Per questo il 9 febbraio scorso è uscito in Gazzetta Ufficiale Europea il regolamento delegato 2016/161 della Commissione del 2 ottobre 2015, che integra e attua la direttiva 2001/83/CE, modificata dalla direttiva 2011/62/UE sui medicinali falsificati. Nel testo vengono fissate dettagliate norme di sicurezza sugli imballaggi dei medicinali a uso umano, per porre un freno all’immissione di farmaci falsificati nella catena di fornitura per farmacie e ospedali. Le prescrizioni si applicheranno dal 9 febbraio 2019 e i titolari di AIC (cioè le attività connesse all’autorizzazione all’immissione in commercio di farmaci con procedura nazionale) di tutti gli Stati Membri sono tenuti a mettere in atto le modifiche necessarie al recepimento. Cuore del provvedimento è l’identificativo univoco, sotto forma di codice a barre bidimensionale, che consente di verificare l’autenticità dei medicinali e di identificare le singole confezioni; la verifica dell’integrità del sistema di prevenzione delle manomissioni indica se l’imballaggio è stato aperto o alterato da quando ha lasciato il fabbricante, garantendo in tal modo che il contenuto dell’imballaggio sia autentico. L’European Medicines Agency, ribadisce che “l’identificatore univoco e il dispositivo anti-manomissione posto sulle confezioni dei farmaci garantiranno l’autenticità dei farmaci a beneficio dei pazienti e delle imprese e rafforzeranno la sicurezza della catena di approvvigionamento dei medicinali – dai produttori ai distributori per farmacie e ospedali.”
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