A quanto pare il nuovo Codice degli Appalti è ancora visto dalle stazioni appaltanti del SSN con una certa “diffidenza”, vuoi per le difficoltà della fase transitoria che consiglierebbero un momento di attesa e riflessione (di fatto mancano ancora, ad esempio, le Linee-guida applicative), vuoi per le altre criticità del 50/2016, soprattutto in questi mesi di “assestamento”. Ma lasciamo parlare i numeri: nei primi giorni di giugno sono finiti nella “top” ten del bandi sanitari praticamente tutti i bandi pubblicati, con un calo anche dei livelli economici delle basi d’asta. A guidare la graduatoria c’è la Asl di Latina, per una fornitura quinquennale divisa in 15 lotti di sistemi diagnostici, reagenti e consumabili, per un totale di meno di 13,5 milioni. Latina occupa anche il secondo posto con una gara da 6,6 milioni per protesi e altro materiale sanitario. E se di rado è accaduto di avere in classifica cifre sotto il milione, in questo caso le ultime 4 posizioni sono tutte più basse: dai 970 milioni dell’Asl Taranto ai 632 della Ulss 6 di Vicenza. In mezzo gare che vanno dai 6 milioni al milione e mezzo. Quanto ai motivi di questa frenata, senza dubbio vanno annoverati, come dicevamo, i problemi della fase di assetamento, la conflittualità fra le norme (ad esempio fra l’art. 110 del Dlgs 50/16 e l’art. 186-bis della legge fallimentare) e criticità procedurali che verranno superate con ogni probabilità solo mediante i provvedimenti applicativi attualmente allo studio (ad esempio le Linee guida Anac).