Dallo scorso 1 dicembre è disponibile anche in Italia il primo auto test per la diagnosi del virus Hiv. Il test, acquistabile liberamente in farmacia senza ricetta, rappresenta un presidio di prevenzione e diagnosi che si aggiunge alle iniziative e agli strumenti già a disposizione dei cittadini nell’ambito delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Nei primi 4 mesi l’auto test è stato utilizzato già da 22 mila persone. A distanza di sette mesi dalla distribuzione dell’auto test in farmacia la Fondazione The Bridge, insieme a NPS Italia Onlus, ha commissionato un’indagine demoscopica alla SWG di Trieste per sondare le reazioni dei cittadini. Ed ecco i principali risultati.
Alto il livello di allarme, non altrettanto la conoscenza
Innanzitutto occorre sottolineare che il livello di allarme resta ancora alto: l’infezione da HIV sembra preoccupare buona parte del campione interpellato: infatti quasi il 70% ritiene che l’infezione da virus HIV abbia una diffusione piuttosto ampia. Il dato non rispecchia ovviamente la situazione reale, ma piuttosto la paura di chi non ha sufficienti informazioni in materia e che fa ingigantire la percezione sulla diffusione del fenomeno. Particolarmente attente al tema risultano le donne, quanti hanno figli, inoltre la sensibilità cresce in misura direttamente proporzionale all’età. A fronte di questa preoccupazione si delinea pertanto un ampio e solido favore a tutto ciò che può in qualche modo diagnosticare e contenere il fenomeno.
Pochi sanno del “self test”
Contestualmente accanto alla scarsa informazione che sappiamo esistere sull’argomento in generale, si evidenzia quella sull’esistenza del ‘self test’. Dall’analisi dei dati raccolti rispetto alla diagnosi dell’infezione del virus HIV emerge: l’importanza attribuita alla possibilità di poter effettuare una diagnosi precoce; un atteggiamento critico verso le istituzioni che non prestano un’ adeguata attenzione al problema, anche se la maggioranza crede che sia alquanto semplice fare un test all’interno della sanità pubblica; solo poco più di un terzo crede, ma non lo sa per certo, ci sia un test da fare da soli (sicuramente sì/probabilmente sì); meno del 20% ha sentito parlare dell’autotest a disposizione in farmacia; la gran parte non sa se sia necessaria o meno la ricetta per l’acquisto ma l’80% ritiene sia meglio la vendita libera.
Un passo avanti
Tuttavia, nonostante la limitatezza delle informazioni rispetto a utilità e affidabilità: la quasi totalità ritiene si tratti di uno strumento utile in generale; la stragrande maggioranza sottolinea quanto sia importante per chi teme di aver contratto il virus poter ricorrere a questo strumento senza passare per la sanità pubblica; il fatto che si tratti di un test ‘fai da te’ non sembra inficiarne la validità e il 70% lo ritiene attendibile; oltre l’80% ritiene che la libera vendita del test in farmacia rappresenti un passo avanti per la salute pubblica e solo un segmento minoritario, pari al 9%, lo considera un pericolo motivato dal timore della scarsa affidabilità della diagnosi e della successiva cura.
Utili campagne d’informazione
In merito al target che potrebbe ricorrere al self test e all’informazione: la maggioranza indica quanti temono di aver contratto il virus e in seconda battuta le categorie vulnerabili, come tossicodipendenti, omosessuali, ecc.; solo una quota esigua, pari al 5%, sostiene che soltanto i servizi sanitari possono assolvere in maniera adeguata il compito diagnostico; i medici di base, secondo oltre il 70%, dovrebbero arrogarsi il compito di informare tutti i loro pazienti dell’esistenza del self test e non solo quanti lo richiedono o le categorie vulnerabili. Considerato quindi il favore che il self test raccoglie sembrerebbe utile una campagna di informazione, condotta principalmente attraverso i medici di base, per mettere in evidenza: l’utilità del test; l’affidabilità del self test; l’opportunità di riservatezza offerta a chi teme di aver contratto il virus; la libera vendita senza obbligo di ricetta; quanto il test rappresenti un passo avanti per la salute pubblica.