Nel suo impegno a favore della diffusione della cultura del pulito, Afidamp ha sostenuto l’8° Congresso Nazionale di SIMPIOS nel corso del quale tecnici specialisti del settore delle infezioni nosocomiali hanno illustrato le soluzioni per il contrasto al rischio infettivo.
Particolarmente gremito l’auditorium dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per la penultima sessione plenaria dei tre giorni in cui si è articolato l’8° Congresso di SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie), segno che l’argomento della disinfezione ambientale in situazioni di infezioni correlate all’assistenza (ICA) è sempre all’ordine del giorno delle direzioni nosocomiali.
Nel contesto assistenziale attuale infatti il fattore ambientale torna ad assumere un ruolo preponderante nella genesi del rischio infettivo; ciò è particolarmente rilevante in ambito ospedaliero, dove si concentra l’intensità di cure e la complessità assistenziale di pazienti sempre più fragili. Le superfici inanimate che frequentemente vengono a contatto con le mani degli operatori sanitari sono riconosciute come un possibile serbatoio di agenti infettivi e la loro contaminazione può rappresentare un rischio per la diffusione di microrganismi multi-resistenti (MDR). È stato dimostrato che il 5-30% delle superfici risulta ancora contaminato nonostante l’adozione di adeguati protocolli di pulizia e disinfezione e che esiste un maggior rischio di trasmissione di MDR in pazienti ricoverati in stanze precedentemente occupate da pazienti colonizzati/infetti.
In questo contesto, come esposto brillantemente dalla dott.ssa Dancer, microbiologa all’NHS Lanarkshire di Glasgow, lo Staphylococcus aureus si conferma il più importante agente patogeno batterico. Negli ambiti assistenziali ad alto rischio, come le terapie intensive, è possibile indagare, attraverso la sorveglianza microbiologica, le sorgenti e i possibili serbatoi d’infezione. La genotipizzazione consente inoltre di approfondire lo studio delle vie di trasmissione tra pazienti, le mani del personale, le superfici e l’aria.
La dott.ssa Crosasso, CS Farmacia Ospedaliera presso AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, ha invece approfondito i nuovi meccanismi di resistenza ai disinfettanti chimici, spesso legati all’acquisizione della resistenza agli antibiotici nei ceppi di interesse clinico, i quali hanno incrementato negli ultimi anni la ricerca di nuove strategie di disinfezione; questo è scaturito anche dalle recenti evidenze sull’esposizione ad alcuni prodotti chimici e l’incremento di BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva negli operatori. L’entrata in vigore del Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement ha aperto nuovi scenari nella fornitura di prodotti per la pulizia e disinfezione in ambito sanitario, con particolare riguardo a quelle che sono le problematiche di sicurezza per l’ambiente e per l’operatore.
Uno sguardo al futuro delle soluzioni nell’ambito della disinfezione arriva invece dall’intervento della dott.ssa Casini, del dipartimento di Ricerca Traslazionale sulle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa. Tra le strategie da adottare viene raccomandato l’utilizzo di nuovi materiali e/o disinfettanti, la formazione dell’operatore e l’audit di processo, o utilizzo delle nuove tecnologie automatizzate. Quest’ultime hanno il grande vantaggio di non dipendere dall’operatore e di garantire la ripetibilità del processo anche se, nell’ambito delle singole tipologie, i sistemi differiscono spesso tra di loro per caratteristiche tecnologiche e applicative, rendendone difficile il confronto e la valutazione dell’efficacia in termini di riduzione delle infezioni.
Per concludere, l’intervento del dott. Mencaroni, Dirigente Medico Direzione di Presidio Ospedaliero presso Azienda ASL 1 di Massa e Carrara, ha ribadito come nella prevenzione del rischio infettivo sia fondamentale che le pratiche di pulizia e disinfezione riacquisiscano il ruolo cardine che hanno, ma che, l’adozione di procedure radicate nella pratica assistenziale non supportate a livello scientifico e la gestione in out-sourcing di tali servizi, hanno relegato ad un ruolo secondario, con la percezione di attività non strategiche per la qualità del servizio sanitario offerto. È infatti anche attraverso il contesto delle attività logistiche e di supporto che si governano i diversi aspetti della qualità e dell’appropriatezza, si raggiunge un efficace controllo del rischio, si persegue l’ottimizzazione delle risorse, la disponibilità di beni e servizi rilevanti per l’umanizzazione del processo di cura e il comfort delle persone.
La chiosa della sessione plenaria è affidata al prof. Privitera, Direttore di Unità Operativa Igiene ed Epidemiologia dell’Università di Pisa, il quale annuncia in anteprima a tutti i presenti che è in fase di realizzazione la “Carta di Bergamo”: come in passato è stata realizzata la “Carta di Pisa sulle vaccinazioni degli operatori sanitari”, i rappresentanti di tutte le società scientifiche presenti al congresso stanno elaborando un documento scientifico-tecnico che delinei le linee guida per la gestione delle infezioni in ambito sanitario.