Italia prima piattaforma produttiva europea del farmaco, con più di un miliardo di investimenti nel solo 2018, e un fatturato complessivo annuo che ora supera quota 31 miliardi. E’ quanto emerge dal Rapporto Nomisma “Industria 2030” presentato nei giorni scorsi a Roma dalle cosiddette “Fab13”, cioè le 13 aziende italiane del farmaco “made in Italy” aderenti a Farmindustria.
Proseguono gli investimenti in R&S
Aziende che, nonostante la crisi –che negli ultimi tempi si è fatta sentire non poco-, non hanno mai smesso di crescere investendo, e parecchio, in Ricerca & Sviluppo: rispetto ai 550milioni o poco più del 2013 e ai 900 del 2017, ora siamo oltre la soglia del miliardo di euro. Ciò ha permesso anche una crescita delle esportazioni, che nel 2017 hanno toccato i 24,8 miliardi di euro, per un valore pari al 5,8% del totale manifatturiero italiano, con una crescita che nell’ultimo decennio si è attestata al 106,9%. Ma lasciamo ancora la parola al Rapporto: “Quella delle aziende farmaceutiche italiane è una realtà industriale in forte sviluppo, con ricavi aggregati che superano gli 11 miliardi di euro nel 2017 e in crescita del 70,3% rispetto al dato del 2007 (6,1 miliardi di euro).
Cresce l’occupazione nel settore
Si tratta anche di un importante “polmone” occupazionale: secondo i dati 2017, infatti, le aziende del farmaco occupano 42.000 dipendenti, con un aumento del 57% rispetto ai 26.610 occupati del 2007. Del totale dei dipendenti, 15.390 sono quelli impiegati in Italia, di cui oltre il 46% sono donne, con una quota di laureati e diplomati di oltre l’87%. Quasi la metà (46,8%) è occupata in attività di produzione e di ricerca, con un totale di addetti dedicati all’innovazione superiore al 5% in tutte le imprese. Il Rapporto evidenzia come, nel solo triennio 2015-17, il numero dei dipendenti italiani delle Fab13 sia aumentato di oltre 690 unità (da 14.380 a 15.390 che fa segnare un +4.7%).