ANAC: Equo compenso escluso negli appalti pubblici

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha emesso una nota inviata il 19 aprile al Ministero dell’Economia e a quello delle Infrastrutture sull’applicazione dell’equo compenso agli appalti pubblici. Questa comunicazione rischia di intensificare la disputa in corso sulle tariffe per le prestazioni professionali, a causa della complessità normativa rappresentata dal Codice degli Appalti e dalla legge 49/2023.

Secondo l’ANAC, l’equo compenso non si applica agli appalti pubblici integrati e ai servizi di ingegneria e architettura, poiché ciò potrebbe contrastare con il principio di concorrenza, generare aumenti dei costi e penalizzare i professionisti meno esperti e le piccole realtà. Questo significa che la valutazione delle offerte si baserebbe sull’esperienza e sull’organizzazione degli studi, anziché sulle tariffe professionali.

L’ANAC ha sollecitato un intervento urgente della Cabina di Regia su questa problematica, considerata di rilevante importanza e priva di chiarezza interpretativa. L’Autorità invita le stazioni appaltanti a favorire la massima partecipazione e a evitare discriminazioni.

Inoltre, l’ANAC suggerisce di far riferimento alle Linee Guida n. 1 e al Codice degli Appalti per definire i requisiti di partecipazione, incoraggiando l’accesso al mercato e la crescita delle piccole imprese.

L’ANAC sottolinea la necessità di coordinare adeguatamente il Codice degli Appalti e la legge 49/2023 per evitare conflitti interpretativi. Sebbene la legge 49/2023 sia successiva al Codice, non lo deroga espressamente, pertanto entrambi i regolamenti devono essere considerati nell’ambito dei contratti pubblici.

La nota fa anche riferimento alla sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 4 luglio 2019, causa C-377/2017, che vieta l’indicazione di tariffe minime e massime per i compensi professionali, ma ammette deroghe per motivi di interesse pubblico, come la tutela dei consumatori e la trasparenza dei prezzi.

Infine, l’ANAC avverte dei rischi per il quadro economico-finanziario e per il buon esito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in caso di valutazioni divergenti, sottolineando l’importanza di un chiaro quadro normativo per evitare ritardi nell’attuazione e un aumento dei contenziosi.

Fonte: Sole 24 Ore

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