Ultimi giri di calendario per il recepimento delle nuove Direttive Appalti europee (23, 24 e 25/2015). Lo scorso 14 gennaio Palazzo Madama ha approvato il testo della legge delega che fissa i principi-cardine su cui il Governo dovrà impostare le nuove regole degli appalti pubblici. Il prossimo passaggio, atteso per il 18 aprile (è questo il termine perentorio dell’EUE) è dunque la stesura del nuovo Codice dei Contratti, anche se per il riordino della disciplina l’Esecutivo potrà prendere tempo fino a fine luglio. Uno dei temi-chiave, che investirà non poco il comparto sanitario, è quello della “semplificazione”. C’è da aspettarsi una sforbiciata normativa per ridurre norme e regole, anche se la vera semplificazione attesa è quella burocratica, in un settore che storicamente soffre molto del carico di oneri documentali ed economici posti in capo alle imprese che partecipano alle convenzioni e alle gare pubbliche. Un altro punto importante riguarda la verifica delle competenze tecniche e delle capacità professionali realizzative delle imprese stesse, oltre naturalmente al controllo dell’esecuzione del contratto, da sempre un punto dolente in sanità specie se ci si muove nell’ambito dei servizi “intangibili”, come le pulizie. Molte novità si attendono anche sul fronte dei requisiti di partecipazione (istituti come il subappalto e l’avvalimento dovranno essere rivisti in conformità con gli standard comunitari, e qualcosa cambierà anche sulle cauzioni) e su quello delle misure premiali in materia di anticorruzione. Venendo al principio dell’Offerta Economicamente più Vantaggiosa, essa verrà confermata il metodo privilegiato per individuare le offerte migliori specie per i servizi labour intensive, anche se, come ben sappiamo, spetterà poi alla formula eventualmente contenuta nel regolamento definire “come” e “quanto”.