Sembra difficile da crederci, eppure finalmente, dopo tanti scandali e batoste, arriva una buona notizia sulla sanità dal fronte corruzione.
Un’esperienza positiva
A inizio dicembre, infatti, l’Autorità nazionale Anticorruzione ha aggiornato il Piano nazionale per la prevenzione della corruzione. Dall’analisi dell’Authority sulle attività di prevenzione del fenomeno in 577 enti della PA -fa sapere il Coordinamento responsabili anticorruzione delle Aziende Sanitarie- emerge che l’esperienza maggiormente positiva è quella delle Aziende del settore sanitario.
Un riconoscimento importante per il lavoro che ogni giorno viene portato avanti all’interno delle aziende e degli altri enti del Ssn.
Pareri e buone pratiche ogni giorno: una rete virtuosa
Comprensibile la soddisfazione dei Responsabili: “Con quanto riportato da Anac vogliamo sentirci orgogliosi del lavoro che stiamo facendo, anche attraverso la rete informale che abbiamo creato nel 2014 e che vede collegati e uniti decine di Responsabili per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza.
Una rete in cui ogni giorno si scambiano pareri sulle buone pratiche e sulle modalità per prevenire i rischi corruzione e di cattivo uso delle risorse con un approccio positivo che cerca di non rendere burocratica tale attività ma di snellire e migliorare l’efficienza dei processi e dare trasparenza all’attività della Pa.
Lavorare sul sistema universitario
Nell’aggiornamento 2017 al Piano nazionale Anticorruzione, Anac ha concentrato l’attenzione sulle Autorità di sistema portuale, sui Commissari straordinari e sulle Istituzioni universitarie.
Le Università con la parte relativa alla didattica e alla ricerca rappresentano un elemento importante per la gestione completa e sistemica della “corruzione” in sanità. I potenziali conflitti di interesse nel sistema universitario e della ricerca con le aziende esterne (farmaceutiche, di dispositivi medici, biomedicali ecc.) sono un punto importante da analizzare e da cui partire. I soggetti che fanno parte del sistema universitario devono rispondere alla stessa maniera alle misure di prevenzione della corruzione così come qualsiasi altro dipendente pubblico.
Tutto ciò per fare sì che i valori e l’etica entrino a pieno titolo nel sistema a tutela della salute e per fare sì che tutto il sistema della salute sia al solo servizio del cittadino e non di “interessi” particolari.
Il sostegno di Anac
Anac ha voluto riaffermare il sostegno e la tutela dei Responsabili per la Prevenzione della corruzione e trasparenza (Rcpt) ribadendo il meccanismo di comunicazione e valutazione da parte di Anac nel caso di revoca di queste figure, andando a monitorare con attenzione le situazioni in cui il cambio è legato a ripercussioni per le attività di prevenzione del Rpct.
Altri punti-chiave del Piano
Altri elementi importanti evidenziati nel Piano Nazionale 2017 riguardano:
– la necessità di un maggior coinvolgimento degli organi di indirizzo delle singole amministrazioni e degli stakeholders esterni, attraverso reali forme di partecipazione;
– la necessità di dotare gli Rcpt di strutture di supporto nei loro compiti;
– la messa in campo di chiari meccanismi di monitoraggio della implementazione delle misure di prevenzione del fenomeno;
– la necessità, accanto alla individuazione dei rischi, di identificare le cause dei fenomeni corruttivi.
Come responsabili anticorruzione siamo orgogliosi di partecipare alla costruzione di un pezzo di storia del nostro Paese, lavorando per rendere sempre più trasparenti i percorsi all’interno delle aziende sanitarie e lottando costantemente contro l’eccessiva burocratizzazione a cui una visione solo formalistica del problema vorrebbe spingere la nostra attività”.
Molto è stato fatto, insomma, ma il lavoro è ancora lungo.