Infezioni correlate all’assistenza (Ica): per Assobiomedica la ricetta c’è

Torniamo a parlare di infezioni ospedaliere (o correlate all’assistenza, e per questo dette Ica), per dare nuovi importanti numeri, ma una volta tanto anche ricette possibili. Secondo Assobiomedica sono circa 700mila i pazienti contraggono un’infezione nosocomiale, e come è noto una delle cause principali è la scarsa igiene delle mani. “Il lavaggio delle mani –ha reso noto l’associazione in occasione della Giornata mondiale dell’Igiene delle mani, il 5 maggio scorso- insieme a buone pratiche cliniche come l’uso appropriato degli antibiotici e l’adozione di soluzioni tecnologiche che aiutino la prevenzione e il controllo delle infezioni, possono ridurre il contagio fino al 30%. Si tratta di un problema che ha un grave impatto umano (7 mila le vittime all’anno stimate), ma anche un forte peso economico e sociale per i costi di degenza quasi triplicati per complicanze post-ricovero.” Ma non è certo la sola causa di quella che è da sempre una delle principali criticità legata alla degenza, così come sono varie le tipologie di infezioni che si contraggono in ospedale: per continuare coi numeri, le infezioni correlate all’assistenza (Ica) più frequenti nel Paese sono quelle respiratorie (24%), seguite da quelle del tratto urinario (21%), le infezioni del sito chirurgico (16%) e, infine, dalle infezioni del sangue confermate dal laboratorio (16%).

“È importante che le strutture sanitarie – ha dichiarato il Presidente Assobiomedica Luigi Boggio – effettuino un cambiamento in questo senso e comincino ad adottare misure virtuose per ridurre il fenomeno. Ci auguriamo che il Piano contro i batteri multiresistenti del Ministero della Salute introduca sistemi di prevenzione e monitoraggio delle infezioni che arginino il problema”. Secondo Assobiomedica il modello da seguire è lo “Step”: Staff, Technology, Environment, Process” proposto a livello europeo per combattere le infezioni correlate all’assistenza, che può rappresentare la chiave di volta per la gestione contestuale il doppio problema infezioni-antibioticoresistenza. Tale modello propone di agire in modo mirato su quattro categorie di risorse presenti in tutti i contesti di assistenza sanitaria, ovvero: Staff (formazione del personale), Technology (introduzione di tecnologie innovative costo-efficaci), Environment (riduzione dei rischi ambientali attraverso un adeguato livello di pulizia e igiene), Processes (definizione di politiche sulla prevenzione dei rischi). I dati italiani sulla prevalenza delle Ica, sottolinea Assobiomedica, sono in generale in linea con quelli europei, pari a circa il 6%. Ma per alcuni specifici tipi di infezioni, si rileva una frequenza più elevata rispetto al valore che si riscontra in alcuni paesi d’Europa, come ad esempio quelle correlate all’uso di catetere intravascolare. Siamo invece in una situazione ben più grave rispetto ai partner europei sul fronte della antibiotico resistenza. Il fenomeno è attribuibile anche all’elevato ricorso agli antibiotici: la prevalenza di pazienti con almeno un trattamento antibiotico è del 44% in Italia, contro una media europea del 35%.

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