Il 2015 è stato un anno “boom” per i congressi, i convegni e più in generale gli eventi e i meeting. A metterlo in luce è l’Osseravatorio Italiano dei Congressi e degli eventi – Oice, una ricerca, giunta alla seconda edizione, promossa da Federcongressi ed eventi e realizzato dall’Alta Scuola in Economia e Relazioni internazionali dell’università cattolica del Sacro Cuore. I dati parlano chiaro: nel 2015 il numero dei meeting ha messo a segno una crescita dell’11,5% e un aumento del 15% delle presenze. Non solo. La quantità di pernottamenti legati a congressi o eventi che si svolgono per più di un giorno ha fatto registrare circa 25 milioni di presenze, pari al 9,6% sul totale di quelle degli esercizi alberghieri nel 2015.
Lo studio, condotto sulla base di un questionario online distribuito a 5.704 sedi per congressi ed eventi e presentato oggi a Roma, mostra che nel 2015 in Italia sono stati complessivamente realizzati 392.658 eventi con un minimo di 10 partecipanti ciascuno (+11,5% rispetto al 2014) per un totale di 25.997.260 partecipanti (+7,3%) e 35.155.453 presenze (+15,0%).
I congressi e gli eventi promossi da associazioni, aziende e istituzioni hanno fatto la parte del leone. Nel loro insieme hanno rappresentato infatti l’87,2% degli eventi totali a fronte di uno sparuto 5,7% di eventi culturali e di un 7,1% di altri eventi.
Considerando le principali tre tipologie di clienti, vale a dire aziende, associazioni e istituzioni, le prime sono state quelle più attive. Il bisogno e la volontà di stimolare la forza vendita, di incentivare le buone performance dei propri dipendenti e di lanciare sempre nuovi prodotti sul mercato hanno fatto sì che oltre la metà degli eventi svoltisi nel 2015 in Italia (il 55,4%) sia stata promossa dal segmento corporate. Gli eventi aziendali registrano il 47% dei partecipanti e il 49,3% delle presenze.
Buona anche la performance del segmento associativo che trova soprattutto nei congressi indispensabili occasioni di crescita, formazione e confronto (si pensi soprattutto ai congressi medico-scientifici). Gli incontri promossi dalle associazioni hanno rappresentato complessivamente il 34,8% degli eventi, il 41,7% dei partecipanti totali e il 39,5% delle presenze. Gli eventi promossi da enti e istituzioni di tipo governativo, politico, sindacale e sociale hanno invece costituito il 9,8% degli eventi totali, l’11,3% dei partecipanti e l’11,2% delle presenze.
Il principale ambito di riferimento di congressi ed eventi è stato quello locale. Nella maggioranza dei congressi ed eventi (il 60,8%) i partecipanti (relatori esclusi) provenivano infatti prevalentemente dalla medesima regione della sede congressuale ospitante. Il 30,1% degli eventi ha avuto un orizzonte nazionale, ossia con partecipanti (relatori esclusi) provenienti prevalentemente da fuori regione. Solo il 9,1% degli eventi è invece classificabile come internazionale, con un numero significativo di partecipanti provenienti dall’estero.
La carenza di infrastrutture e la non sempre facile raggiungibilità continuano a penalizzare le regioni meridionali. Nonostante il Sud e le Isole abbiano registrato un aumento dell’8,9% dei congressi ed eventi ospitati, pari al 16,5% del totale, il Nord si conferma come l’area geografica più “attraente”. Di tutti gli eventi rilevati il 56,1% si è svolto nelle regioni settentrionali che hanno assistito a un incremento del 13,7%. Il Centro si è aggiudicato il 27,4% degli eventi, segnando un +8,7%. Domanda e offerta procedono parallelamente: la metà delle sedi è dislocata al
Nord (il 52,8%) con Milano che dispone di 220 sedi; il 25,9%al Centro con capofila le città di Roma e Firenze e le loro rispettive 400 e 108 sedi; il 13,2% al Sud e l’8,1% nelle Isole.
Anche nel 2015 la maggior parte degli eventi, il 79,8%, si è svolta negli alberghi congressuali (il 70,9% di tutte le sedi analizzate) che, però, non hanno realizzato una percentuale altrettanto elevata sia di partecipanti (il 58,6%) sia di presenze (58,9%). Le dimore storiche sono state scelte per il 3,2% degli eventi e i centri congressi e fieristico congressuali per il 3,6%.