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editoriale I Provveditori e gli Economi a 30 anni dalla legge 833 del 1978 Luigi Pagliarani Quando ho iniziato la mia esperienza professionale era in atto il riordino del S.S.N. Presidente A.R.E. voluto dalla L. 833/78. Successivamente attraverso l’applicazione dei Decreti Legislativi 502/92, 517/93 e 512/94, tutti noi del S.S.N. abbiamo dovuto fare i conti con l’”Aziendalizzazione” delle Unità Sanitarie Locali e degli Enti Ospedalieri facendo nostre terminologie comuni al mondo privato. Questo era il tempo in cui le Aziende Sanitarie introdussero la contabilità economica, sostituendola alla contabilità finanziaria di vecchia memoria. Prendemmo allora dimestichezza, con termini come: “efficienza”, “efficacia dell’azione” e vedemmo introdurre sistemi di controllo di gestione, come il controllo interno, che dovevano garantire, agli organismi sanitari, il raggiungimento delle proprie finalità. Familiarizzammo così con la Contabilità Analitica (industriale, dei costi), con i Budget (l’Economo-Provveditore si vide sempre più assegnare budget “trasversali”) con la Qualità Globale” e termini anglosassoni come “leadership”, “Team building”, “Perfor- mance” e “Management” sono diventati d’uso comune. È diventata consuetudine l’uso dei principi della comunicazione e della negoziazione anche se spesso ci siamo chiesti se davvero abbiamo imparato a lavorare con uno staff. Il concetto di “Gestione”, in questi ultimi anni, ha stravolto tutto il S.S.N. e per l’Economo-Provveditore questo ha significato in pratica l’assunzione di tutto ciò che concerne il controllo della regolare esecuzione del contratto dopo la stipula. Con il Codice degli Appalti è stato poi introdotto, insieme al RUP (Responsabile Unico del Procedimento), la figura del DE (Direttore dell’Esecuzione) che sembra dover acqui- stare rilevanza nell’immediato futuro. I segnali pertanto non sono proprio confortanti: troppi esperti interni alle stesse Aziende Sanitarie, ed altri provenienti dal mondo industriale - commerciale, sembra che debbano a breve soppiantarci nelle nostre attività storiche. Nei nostri ultimi convegni e seminari ci siamo rivolti un po’ tutti la domanda: cosa fare? Le Unioni d’Acquisto, le Aree Vaste territoriali tra Aziende Sanitarie e, per ultime, non certo per importanza, le Centrali di Committenza rappresentano poi un altro aspetto delicato per il futuro della nostra professione. A questo punto, seguendo il consiglio di un mio ‘maestro’, ritengo che se è un bene parlarne, e lo abbiamo fatto in occazione del Congresso Nazionale FARE di Bergamo, è anche giunto il tempo però di trovare al più presto la strada per agire. TEME 11/12.08 5